Gennaio 2025
Aggiornamenti dal dott. Crocetta
Le note tecniche vengono normalmente pubblicate solo nei momenti di coltivazione con lo scopo di sintetizzare l’andamento climatico e le problematiche insorgenti nelle varie zone, in modo da preavvertire su situazioni emergenti e indicare gli interventi da mettere in programma nel periodo immediatamente successivo. Inserisco le seguenti brevi annotazioni preliminari sperando di fare una cosa utile.
Girando nel bellunese e visitando alcune aziende che hanno coltivato fagiolo nel corso del 2024 ho notato che alcuni hanno diligentemente smontato gli impianti: tolto ed eliminato le piante ormai secche, raccolto i sostegni e riavvolto i teli di pacciamatura mettendoli al riparo. Alcuni sono anche riusciti, nei mesi di novembre e dicembre, a lavorare i terreni.
Ho però anche notato che alcuni altri, forse comprensibilmente delusi dai risultati produttivi dell’ annata appena trascorsa, hanno un po’ trascurato le operazioni colturali sopra indicate, che sono da mettere in atto alla fine dell’impianto e hanno notevole importanza per impostare correttamente la coltivazione della successiva stagione.
Siamo però ancora in tempo: i mesi di novembre e dicembre sono stati poco piovosi e scarsamente nevosi per cui terreni sono in gran parte ancora agibili e gelati solo superficialmente. E’ quindi opportuno approfittare delle giornate meno rigide del mese di gennaio e febbraio per:
- Togliere ed eliminare le piante dal campo soprattutto se abbiamo fatto cicli ripetuti di fagiolo
- Togliere sostegni e teli pacciamanti e metterli al coperto
- Lavorare il terreno (che attualmente può essere meno bagnato che a marzo/aprile prossimi)
Ecco quindi una sintesi delle lavorazioni da effettuare. E’ consigliata una minima lavorazione da effettuare con aratri leggeri (o erpice a denti fissi, estirpatore con dischi o vangatrice) ad una profondità massima di 25 -30 cm. Il terreno non va affinato fino a poco prima della semina. Per fare questa lavorazione finale si interverrà nei momenti con minore umidità e comprimendo il meno possibile soprattutto i terreni pesanti (argillosi) e lavorati in condizioni non ottimali in precedenti annate.
Per quanto riguarda la concimazione la sostanza organica (letame fresco o pellettato) va distribuito prima dell’aratura ma anche, se non fosse stato possibile, prima dell’affinamento ricordando che, in base al quantitativo distribuito, deve essere integrato con Azoto (N) di cui è debolmente dotato (0,3 % medio). Fosforo (P) e Potassio (K) vanno distribuiti a spaglio prima dell’affinamento del terreno. Si ricorda che i limiti massimi da distribuire previsti dal disciplinare sono N 50; P 70; K 70 Kg (= unità) per ettaro (10.000 m²). Per il letame massimo 300 quintali per ettaro (3 Kg per metro quadro).
Cominciare bene fin da ora per la prossima coltivazione è importante e va fatto scrupolosamente superando la delusione dell’ultima annata. Oltre a quanto sopra descritto si raccomanda di dimensionare le superfici da coltivare alle proprie future ore disponibili, alle persone disponibili ad aiutarci nei momenti cruciali, alle altre colture che dovremo seguire e naturalmente agli altri impegni lavorativi.
Poiché le situazioni aziendali e le problematiche possono essere molto diversificate ricordo la mia e-mail per chi avesse necessità specifiche da approfondire: